Tiro a volo è uno sport che
consiste nel colpire un bersaglio chiamato piattello da
una determinata distanza con un fucile a canna
liscia. È disciplina olimpica. Il bersaglio
è sempre in movimento e può essere sia predeterminato in base ad una sequenza
nota che selezionato a caso al momento del lancio. Il tiro a volo si
suddivideva in due categorie:
- tiro al piccione
- tiro al piattello
Oggi esiste solo il tiro al piattello, in quanto il tiro al
piccione è vietato. Il tiro al piccione è stato sostituito con il "tiro
all'elica"
Storia
Le prime gare si svolsero in
Sicilia, verso la metà del XIX secolo. Il primo
circolo sportivo nacque in Gran Bretagna nel 1857. La prima società in Italia di tiro a
volo fu creata a Milano nel 1872. In Italia la
F.I.T.A.V. è nata nel 1926 per
interessamento di un appassionato industriale del settore, Ettore Stacchini, il quale riuscì a
raccogliere una trentina di società appartenenti a tutte le regioni italiane nella
Federazione Italiana Tiro al Piccione d'Argilla. In effetti, il tiro a volo ha
radici più antiche: viene fatto risalire alla seconda metà dell'' 800 quando negli Stati Uniti prese campo l'hobby del
tiro a segno su un bersaglio costituito dalle palline di vetro del tipo di
quelle usate per gli addobbi natalizi. Le palline venivano lanciate da speciali
strumenti, chiamati Balltraps. Dal 1880 si
passò dalle palline ad un bersaglio mobile in argilla a forma di disco, appunto
il piccione d'argilla, o -
per la forma tonda - piattello. Nel 1927 la
F.I.T.A.V. assunse l'attuale denominazione entrando a far parte del CONI. Per una diffusione maggiore di questo
sport - che ha sempre sofferto di congeniti problemi riguardanti gli impianti -
si dovette attendere gli anni trenta, quando
vennero organizzati a Roma -
su iniziativa dello stesso Stacchini - sia i Campionati mondiali che i
Campionati europei dell'unica specialità di tiro al piattello allora
conosciuta, appunto la Fossa
Olimpica. Risale al 1952 la
prima partecipazione italiana ai Giochi olimpici, ai Giochi di Helsinki: l'esito non fu dei
migliori: Galliano Rossini si classificò soltanto settimo seguito
da Italo Bellini. L'appuntamento con un
importante traguardo, il massimo alloro, era però solo rimandato: a Melbourne (1956) Rossini riuscì ad aggiudicarsi il
titolo olimpico mentre il suo compagno d'avventura, Alessandro Ciceri conquistò
il bronzo. Quattro anni più tardi - ai Giochi di Roma 1960 - ancora Rossini sfiorò il bis di
Melbourne, ma dovette accontentarsi dell'argento. Infine, alle Olimpiadi di Tokyo 1964 il massimo trofeo olimpico ritornò in
mani italiane con Ennio Mattarelli.
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