giovedì 5 aprile 2012

Tiro a piattello


Tiro a volo è uno sport che consiste nel colpire un bersaglio chiamato piattello da una determinata distanza con un fucile a canna liscia. È disciplina olimpica. Il bersaglio è sempre in movimento e può essere sia predeterminato in base ad una sequenza nota che selezionato a caso al momento del lancio. Il tiro a volo si suddivideva in due categorie:
      tiro al piccione
  •   tiro al piattello

Oggi esiste solo il tiro al piattello, in quanto il tiro al piccione è vietato. Il tiro al piccione è stato sostituito con il "tiro all'elica"
Storia
Le prime gare si svolsero in Sicilia, verso la metà del XIX secolo. Il primo circolo sportivo nacque in Gran Bretagna nel 1857. La prima società in Italia di tiro a volo fu creata a Milano nel 1872. In Italia la F.I.T.A.V.  è nata nel 1926 per interessamento di un appassionato industriale del settore, Ettore Stacchini, il quale riuscì a raccogliere una trentina di società appartenenti a tutte le regioni italiane nella Federazione Italiana Tiro al Piccione d'Argilla. In effetti, il tiro a volo ha radici più antiche: viene fatto risalire alla seconda metà dell'' 800 quando negli Stati Uniti prese campo l'hobby del tiro a segno su un bersaglio costituito dalle palline di vetro del tipo di quelle usate per gli addobbi natalizi. Le palline venivano lanciate da speciali strumenti, chiamati Balltraps. Dal 1880 si passò dalle palline ad un bersaglio mobile in argilla a forma di disco, appunto il piccione d'argilla, o - per la forma tonda - piattello. Nel 1927 la F.I.T.A.V. assunse l'attuale denominazione entrando a far parte del CONI. Per una diffusione maggiore di questo sport - che ha sempre sofferto di congeniti problemi riguardanti gli impianti - si dovette attendere gli anni trenta, quando vennero organizzati a Roma - su iniziativa dello stesso Stacchini - sia i Campionati mondiali che i Campionati europei dell'unica specialità di tiro al piattello allora conosciuta, appunto la Fossa Olimpica. Risale al 1952 la prima partecipazione italiana ai Giochi olimpici, ai Giochi di Helsinki: l'esito non fu dei migliori: Galliano Rossini si classificò soltanto settimo seguito da Italo Bellini. L'appuntamento con un importante traguardo, il massimo alloro, era però solo rimandato: a Melbourne (1956) Rossini riuscì ad aggiudicarsi il titolo olimpico mentre il suo compagno d'avventura, Alessandro Ciceri conquistò il bronzo. Quattro anni più tardi - ai Giochi di Roma 1960 - ancora Rossini sfiorò il bis di Melbourne, ma dovette accontentarsi dell'argento. Infine, alle Olimpiadi di Tokyo 1964 il massimo trofeo olimpico ritornò in mani italiane con Ennio Mattarelli.

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