Il Daitō-Ryū Aikijūjutsu o
brevemente Aikijujutsu è considerato, in Giappone, come una delle più antiche e nobili scuole di bujutsu. Sarebbe stata
fondata nel 1087 da Shinra Saburō
Minamoto no Yoshimitsu,, e la sua evoluzione si sarebbe svolta in parallelo con
la storia del Giappone.
Storia
Il clan Minamoto era uno dei
maggiori del Giappone e Yoriyoshi Minamoto, principe militare ereditario della
provincia di Chinjufu era stato inviato dall'imperatore a
sedare una rivolta del clan Abe. La guerra durò per 11 anni sino a quando Sadatou Abe fu sconfitto nella battaglia di
Yakata Koromogawa. Successivamente i
figli di Yoriyoshi combatterono nella guerra Gosannen contro il clan Kiyohara.
Minamoto Yoshiie era in difficoltà, fu raggiunto dal fratello Yoshimitsu e
insieme espugnarono la fortezza di Kanazawa.
Yoshimitsu era il signore del castello di Daito , ma il figlio Yoshikiyo al termine
della guerra si trasferì a Takeda nella provincia di Kai dove assunse il nuovo nome di
Yoshikiyo Takeda, dando così origine al Clan Takeda. Gli insegnamenti marziali sarebbero stati
trasmessi in segreto presso il clan Takeda, che le avrebbe tramandate fino ai
giorni nostri. Nel 1674 alcuni documenti segnalano che
l'influenza del Nishinkan del
clan Takeda si è espansa su tutto il territorio d'Aizu,
intorno al quale fioriscono molte scuole marziali principali che insegnano solo
ai bushi del clan Aizu.
Per due delle scuole citate vige il divieto di fornire dimostrazioni in
pubblico. Sono le due scuole segrete del clan Aizu - l'Oshikiuchi del clan Takeda e il kenjutsu di Misoguchi-ha
Itto-ryu del clan Aizu.
Nel periodo Edo la città d'Aizuwakamatsu nel
distretto di Aizu era nota per la potenza del castello Tsurugajo,
fatto costruire nel 1384
da Ashina Naomori , e al tempo della rivolta guarnito
dalle truppe del clan Aizu, addestrate dal clan Takeda che forniva anche i
migliori samurai per la guardia dello shogun. Nel 1868 il nerbo delle forze bene resiste alle
forze nemiche, contro cui combattono anche due formazioni di giovani Takeda
addestrati nell'Oshikiuchi:
la squadra Byakkottai e la squadra Joshigun. Quando le armate Meiji si avvicinano al
castello Tsurugajo difeso dal daimyoo d'Aizu Matsudaira
Katamori, le due squadre accorrono in suo aiuto. Vedendo la
struttura assediata e avvolta dal fumo e, pensando al peggio, essi compiono
l'unico atto degno del bushido: il seppuku.
Alle porte della città oggi sorge un monumento in memoria dei giovani Takeda
suicidi. La battaglia, benché ormai persa, in realtà
continua altre quattro settimane, e il castello, che non era in fiamme come
avevano creduto i giovani, è ancora in mano degli Aizu-Takeda. I superstiti,
nell'esempio dell'eroismo delle giovani squadre scelgono di continuare a
combattere sino alla morte, e come in passato, le famiglie commettono seppuku
così che i loro mariti e padri non debbano preoccuparsi di loro in quanto la
sconfitta è ormai inevitabile. Quando le armate dell'imperatore entrano nel
castello non vi è un sol uomo vivo. In casa del capo-clan Takeda trovano 21
donne e bambini morti suicidi. Terminava così l'egemonia degli shogun.
Ma termina anche un'era, quella dei veri samurai. Inizia infatti il periodo Meiji ,
la rivoluzione sociale che ne segue stravolge il concetto di caste e nessuno
può più portare in pubblico il daisho . Pochi anni prima era nato un bimbo: Sokaku Takeda, il padre, Takeda Soikichi,
discendente della stirpe Takeda nel feudo di Aizu, lo aveva nascosto al sicuro,
e ben presto il giovane Takeda oltre a studiare l'arte di famiglia, l'Oshikiuchi,
inizia il suo musha shugyo:
crescendo con quell'educazione era divenuto, senza volerlo, un ronin,
ovvero un bushi senza padrone. Studia in tutte le migliori scuole di spada, di
lancia e di bastone del paese sino a divenire talmente abile che pur portando
in pubblico sino alla morte le due spade simbolo della casta abolita dei
samurai, nessuno ebbe mai il coraggio di disarmarlo. Takeda Sokaku fu molto criticato per il carattere
irascibile e scontroso, per i modi altezzosi e arroganti, e per il disprezzo
che pubblicamente nutriva nei confronti del nuovo ordine sociale. La sua figura
va però misurata nel contesto di un paese che soffriva d'una profonda
rivoluzione, dove i valori radicati da millenni nell'animo dei bushi vennero
gettati alle ortiche in pochi anni. Essi vedevano il mondo crollare sotto i
loro piedi. Adeguarsi non era facile, soprattutto per le convinzioni morali e i
condizionamenti così forti che avevano subito sin dall'infanzia. Alcuni
reagirono. Takeda Sokaku volle rinominare l'arte della scuola e la chiamò Daito-ryu Aikijujutsu per richiamarsi ai nomi e luoghi
d'origine dell'arte e del suo clan: Il castello di Daito del principe Shinra
Saburo Yoshimitsu Minamoto e la particella "Aiki" che derivava
dall'antico nome "Aiki-in-yo-ho" dell'arte in epoca Edo. Takeda
Sokaku fu l'uomo che fece uscire l'arte dal riserbo e dal segreto secolare in
cui si era tramandata, e la insegnò a moltissimi allievi. Benché analfabeta, teneva corsi e registrava tutto in appositi
registri che faceva compilare e firmare direttamente agli allievi con
minuziosità impressionante, che oggi ci permette di ricostruire molti eventi
con un dettaglio incredibile. Ebbe molti allievi importanti: ministri,
ammiragli, generali, magistrati, potenti magnati dell'economia d'inizio secolo,
forze di polizia e anche futuri maestri d'arti marziali tra i quali: Matsuda Hosaku,Takuma Hisa, Yoshi Sagawa, Yamamoto
Kakuyoshi, Taiso Horikawa, Kodo Horikawa, Yoshita Kotaro, Morihei Ueshiba e
suo figlio. Il 36° Sōke
decise di far conoscere al mondo le tecniche di difesa proprie di quest'arte
marziale solo nel 1990,
accettando i primi allievi stranieri e dando così il via alla sua diffusione
nel mondo. Tutte le tecniche di Aikijūjutsu praticate all'interno della scuola
costituirebbero l'eredità delle tecniche praticate dai bushi del clan Minamoto,
poi dal clan Takeda e per ultimo dal Clan Aizu.
Nessun commento:
Posta un commento