martedì 14 febbraio 2012

Aikido


L’ aikido fa parte della categoria delle arti marziali. L'aikidō 合気道  o anche 合氣道 è una disciplina giapponese praticata sia a mani nude sia con le armi bianche tradizionali del Budo giapponese. I praticanti sono chiamati aikidoka.
Storia 
La disciplina dell'aikido fu sviluppata da Morihei Ueshiba  a cominciare dagli anni trenta del '900. L'Aikido fu creato da Morihei Ueshiba, i praticanti di aikido si riferivano a lui con il termineŌsensei. L'aikido ha infatti conosciuto due distinte fasi evolutive che possono essere identificate in modo abbastanza agevole: la prima intimamente collegata al percorso evolutivo dello studio del Budo giapponese

Evoluzione dello studio del Budō da parte del fondatore

Le basi tecniche ed i principi della pratica delle arti marziali seguita dal fondatore, differirono grandemente a seconda delle epoche di evoluzione del percorso del suo studio delle arti marziali e della realizzazione della propria personale concezione del Budō.

Era Taishō

Il fondatore in questo periodo si dedicò a numerose forme di Bujutsu ed in particolare approfondì la pratica del "Daitō-Ryū Aikijūjutsu" sotto la guida di Sokaku Takeda. Fra le scuole di Jujitsu , oltre a quelle che si basavano principalmente sul combattimento corpo a corpo e sul combattimento a terra, ne esistevano anche alcune che avevano tramutato i movimenti e le tecniche di spada in tecniche di tai-jutsu. La scuola Daitôryû di Aizu insegnata dal Maestro Takeda ed in cui il fondatore dell'aikido si distinse tra i migliori allievi, fu una delle più rappresentative. Nel 1919 avviene il primo incontro con Onisaburo Deguchi, capo carismatico della setta religiosa Ōmoto-kyō da cui verrà fortemente influenzata l'ispirazione della sua evoluzione spirituale. Nel 1922 completa i suoi studi del Daitôryû Aikijujitsu e riceve da Sokaku Takeda il diploma "Kyoju Dairi", grado di istruttore che lo certifica quale rappresentante della Scuola Daito.
Nel 1925 Ueshiba ebbe la sua prima occasione di "risveglio spirituale" quando invitato a fornire una dimostrazione delle sue reali capacità, dopo aver avuto pieno successo nel disarmare a mani nude l'ufficiale armato dibokken vanificando il suo attacco al primo colpo, provò un improvviso mutamento interiore che lo rese capace di interpretare in una luce nuova il suo rapporto non solo con il Budō ma anche nei confronti di ogni aspetto della realtà esteriore. Il fondatore ebbe anche altre occasioni di esperienze similari che, unitamente all'idea religiosa trasmessagli da Deguchi che sosteneva che l'Arte è la madre della religione e l'Arte permette la nascita della religione, lo spinsero ad un collegamento sempre più stretto fra "Arte" e "religiosità" favorendo in lui il raggiungimento di una visione religiosa delle Arti marziali e del Budō. Questa sua peculiare ispirazione nel campo delle Arti marziali, fece maturare in Ueshiba il convincimento che, a partire dall'Arte e dalla sua capacità di elevare la spiritualità dell'Uomo, si possa arrivare a risolvere il problema esistenziale e religioso dell'Uomo stesso e quindi che ciò era possibile di riflesso anche in relazione alle "Arti" militari. Questo convincimento condusse Ueshiba sempre più ad interiorizzare la propria pratica delle Arti marziali e, passando attraverso diverse crisi mistiche, alla fine concepì la visione del Budō come armonizzazione del Sé individuale con il Sé dell'Universo e da questa concezione la sua pratica delle Arti marziali si modificò fino ad assumere quei connotati di forme che il fondatore definì "Ai-Ki-Do.

Dal primo al sesto anno dell'epoca Shôwa

In questi anni il fondatore si allontanò dalla religione per dedicarsi completamente al Budō fino a diventare uno specialista nei principali stili di arti marziali giapponesi. Il fondatore aggiunse al Daitōryu le sue conoscenze specifiche relative alle tecniche di lancia e di spada, di cui era un rinomato esperto, creando così il metodo uchikomi, una sorta di "kata che vive", che viene considerato tipico dell'aikidô. Nel 1927 il fondatore si trasferisce con la famiglia a Tokyo, nel distretto di Shiba Shirogane, ed in una sala provvisoriamente concessagli dal principe Shimazu inizia l'insegnamento della "Via dell'Aiki" che in quegli anni denominò: Aiki-Budō. Nell'ottobre 1930 Ueshiba Morihei aveva temporaneamente spostato il suo Dojo nella località di Mejirodai e qui andò a fargli visita Jigorō Kanō, il fondatore del Judo, il quale vedendo Ueshiba praticare il suo Aiki-Budō esclamò: "...ecco il mio Budo ideale..." ed immediatamente inviò due dei suoi migliori allievi, Jiro Takeda e Minoru Mochizuki, a studiare presso Ueshiba. Nel 1931, dopo essere passato attraverso alcune altre sistemazioni di fortuna, inizia l'attività del Dojo Kobukan a Wakamatsu-cho, Shinjuku, Tokyo, che diventerà poi il centro mondiale dell'aikido.

Sviluppo e diffusione in Giappone e nel mondo

L'aikido si diffonde in Giappone

Nel 1940 la Fondazione Kobukai viene ufficialmente riconosciuta dal governo giapponese: inizia ad Iwama-Machi, nella prefettura di Ibaraki, l'allestimento di un luogo all'aperto per la pratica.
Nel 1942 viene ufficialmente adottato il nome "aikido".
Nello stesso anno il figlio Kisshomaru Ueshiba diviene presidente della Fondazione Kobukai. Nella primavera del 1943 il fondatore decise di abbandonare tutti gli impegni fino ad allora presi nei confronti dell'esercito, della marina e del mondo delle arti marziali per rifugiarsi nella cittadina di Iwama, Prefettura di Ibaragi, dove si dedicò all'agricoltura, coniugando la sua passione per le arti marziali all'amore per la natura.
È in questa fase che si venne a creare:
"L'aikidô in quanto Via di tutti coloro che coltivano il grande amore per il cielo e la terra".
È questa l'epoca, dal dopoguerra in poi, in cui l'aikidô fu presentato al pubblico e si venne a diffondere in tutto il mondo.

L'aikido si espande nel mondo

Nel 1947-1948 avvenne la riorganizzazione del Kobukai che diventa "Fondazione Aikikai" e Kisshomaru Ueshiba diventa Direttore Generale della Fondazione Hombu Dojo. In questi anni emerge la figura di Koichi Tohei che ricevette l'incarico di rappresentarlo quando eccellenti praticanti di altre arti marziali provenienti dall'intero territorio del Giappone ed anche dall'estero, increduli sull'efficacia delle armoniose e non violente tecniche d'aikido, si recavano personalmente all'Hombu Dojo Aikikai di Tokyo per sfidare la fama d'invincibilità che l'aikido si stava procurando in Giappone e che man mano iniziava a diffondersi anche all'estero: nessuno di questi sfidanti fu mai in grado di superare il primo incontro con il valentissimo Tohei, per cui il fondatore non ebbe mai più bisogno di rispondere personalmente ad alcuna delle sfide che in quegli anni ancora si usava portare ai capiscuola dei vari stili delle arti marziali. L'indiscussa superiorità e qualità tecnica dell'aikido praticato da Tohei, fece sì che nel maggio del 1956 il fondatore stesso gli conferisse l'incarico di "Capo del corpo insegnanti" dell'Hombu Dojo Aikikai e lo designasse quale inviato ufficiale e proprio rappresentante nelle prime occasioni di presentazione dell'aikido all'estero. Nel 1953 Tohei si reca per la prima volta in occidente, alle isole Hawai, dove presenta l'aikido passando anche qui attraverso numerose sfide da parte degli increduli praticanti americani di svariate arti marziali, inclusi rappresentanti di vari corpi armati militari americani particolarmente addestrati nei tradizionali sistemi occidentali di lotta e di combattimento corpo a corpo. Tohei sbigottì talmente i suoi sfidanti americani, che la rivoluzionaria tecnica dolce ed armoniosa dell'aikido divenne immediatamente fortemente ambita in ogni parte degli U.S.A. e quindi fra gli anni 1953~1963 Tohei fu di fatto completamente assorbito nel compito di divulgazione dell'aikido attraverso oltre 21 stati degli U.S.A. L'opera di divulgazione dell'aikido negli U.S.A. culminò nel marzo del 1961, quando Ueshiba Morihei fu accompagnato da Tohei in un viaggio alle Hawai e successivamente Tohei espanse la sua opera di diffusione nei diversi continenti del mondo. Ben presto sulla scia del successo riportato da Tohei, altri allievi diretti del fondatore iniziarono a viaggiare per il mondo per far conoscere questa nuova disciplina giapponese e rendere partecipe il mondo intero del messaggio etico e spirituale in esso contenuto. Nel 1967 viene inaugurato il nuovo Hombu Dojo; in occasione dell'inaugurazione il fondatore tiene la sua ultima dimostrazione in pubblico. La città di Tokyo riconosce ufficialmente l'insegnamento dell'aikido. Il 26 aprile 1969 il fondatore muore, all'età di 86 anni. Gli viene conferita l'onorificenza postuma dello Zuihosho. Il figlio Kisshomaru Ueshiba diviene il secondo Doshu dell'Hombu Dojo Aikikai, all'età di 48 anni. Nel 1974 vengono gettate le basi per la I.A.F., di cui il Doshu Kisshomaru Ueshiba viene nominato presidente a vita e nel 1976 si tiene a Tokyo il primo congresso della I.A.F. con la partecipazione di oltre 400 delegati da 29 nazioni. Il 4 gennaio 1999 muore Kisshomaru Ueshiba, dopo 30 anni alla guida dell'Aikikai. Il figlio Moriteru Ueshiba diviene il terzo Doshu dell'Hombu Dojo Aikikai, all'età di 48 anni, dopo 24 anni dalla sua prima apparizione in pubblico.

Origini ed evoluzione dell'aikido in Europa

Nel processo di diffusione dell'aikido in Europa possiamo riconoscere lo stesso fenomeno di osmosi verificatosi in altre parti del mondo fra i pionieri occidentali dell'aikido da un lato e gli istruttori giapponesi dall'altro: i primi, dopo aver appreso i fondamenti dell'Arte all'Hombu Dojo Aikikai in Giappone, ritornano in patria propagandando con ardore il messaggio ricevuto ed i secondi, in risposta alle sollecitazioni ricevute dalla presenza dei pionieri occidentali, accettano di essere inviati dall' Aikikai Foundation in occidente con la missione di sostenere l'opera di insegnamento profusa da questi primi pionieri occidentali dell' aikido.

La finalità dell’ aikido
La finalità dell'aikido non è rivolta al combattimento né alla difesa personale, pur utilizzando per la sua pratica uno strumento tecnico che deriva dal Budo, l'arte militare dei samurai giapponesi; l'aikido mira infatti alla "corretta vittoria" che consiste nella conquista della "padronanza di se stessi". Con questo, il fondatore dell'aikido voleva affermare che per cambiare il mondo occorre prima cambiare se stessi e ciò significa che se si vuole veramente acquisire quella capacità che il fondatore dell'aikido definiva katsuhayabi, cioè di padroneggiare l'attacco proveniente da un potenziale avversario esattamente nell'istante e nella circostanza della sua insorgenza, occorre aver preventivamente acquisito la capacità di padroneggiare pienamente se stessi. L'aikido, pur discendendo quindi direttamente dal Budo giapponese e pur conservando e utilizzando nella sua pratica tutto il bagaglio tecnico di un'arte marziale, non è tuttavia finalizzato al combattimento e quindi a un risultato di tipo militare o di difesa personale, come potrebbe apparentemente sembrare osservando la sua pratica dall'esterno sul piano tecnico, ma è finalizzato al risultato della scoperta e dello studio delle leggi di natura che regolano le dinamiche e le relazioni che entrano in gioco nel rapporto fra gli individui nell'occasione dell'instaurarsi di un conflitto e/o un combattimento fra di loro; a tal fine, pur utilizzando il patrimonio tecnico appartenuto alle arti marziali giapponesi, in particolare al daitoryu-jujutsu, e pur simulando circostanze di conflitto e di combattimento, l'aikido non condivide la finalità dell'uccisione dell'avversario e neppure dell'offesa dell'avversario allo scopo di realizzare una difesa personale. L'aspetto dell'arte marziale e/o della difesa personale si riconducono all'aikido solamente in modo indiretto, quale elemento secondario della pratica, non quello principale.

Armi

Le armi utilizzate in aikido tradizionalmente includono: jō, bokken , e tantō. Oggi alcune scuole includono tecniche di disarmo. Viene insegnato, talvolta, a trattenere armi, intregrando gli aspetti armati con quelli disarmati. Altri, come lo stile Iwama di Morihiro Saito, solitamente trascorrono molto tempo con bokken e jō, praticato rispettivamente sotto il nome di aiki-ken, e aiki-jō. Il fondatore ha sviluppato gran parte dell'aikido a mano nuda dai tradizionali movimenti di spada e di lancia, ma la pratica di questi movimenti non è solo finalizzata a favorire la maggiore comprensione sull'origine delle tecniche e dei movimenti, ma serve principalmente a rafforzare i concetti di distanza, movimenti dei piedi, presenza connessione con i propri compagni di allenamento.

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