L’ aikido fa parte della
categoria delle arti marziali. L'aikidō 合気道 o anche 合氣道 è una
disciplina giapponese praticata sia a mani nude sia con le armi bianche tradizionali del Budo giapponese. I praticanti sono chiamati
aikidoka.
Storia
La disciplina dell'aikido fu
sviluppata da Morihei Ueshiba a
cominciare dagli anni
trenta del '900. L'Aikido
fu creato da Morihei Ueshiba, i praticanti di aikido si riferivano a lui con il
termineŌsensei. L'aikido ha
infatti conosciuto due distinte fasi evolutive che possono essere identificate
in modo abbastanza agevole: la prima intimamente collegata al percorso
evolutivo dello studio del Budo giapponese
Evoluzione dello studio del Budō da parte
del fondatore
Le basi tecniche ed i principi
della pratica delle arti marziali seguita dal fondatore, differirono
grandemente a seconda delle epoche di evoluzione del percorso del suo studio
delle arti marziali e della realizzazione della propria personale concezione
del Budō.
Era Taishō
Il fondatore in questo periodo si
dedicò a numerose forme di Bujutsu ed
in particolare approfondì la pratica del "Daitō-Ryū Aikijūjutsu"
sotto la guida di Sokaku Takeda. Fra le scuole di Jujitsu , oltre a quelle che si basavano principalmente sul combattimento
corpo a corpo e sul combattimento a terra, ne esistevano anche alcune che
avevano tramutato i movimenti e le tecniche di spada in tecniche di tai-jutsu.
La scuola Daitôryû di Aizu insegnata dal Maestro Takeda ed in cui
il fondatore dell'aikido si distinse tra i migliori allievi, fu una delle più
rappresentative. Nel 1919 avviene il primo incontro con Onisaburo Deguchi, capo
carismatico della setta religiosa Ōmoto-kyō da cui verrà fortemente influenzata
l'ispirazione della sua evoluzione spirituale. Nel 1922 completa i suoi studi
del Daitôryû Aikijujitsu e riceve da Sokaku Takeda il
diploma "Kyoju Dairi", grado di istruttore che lo certifica quale rappresentante della Scuola Daito.
Nel 1925 Ueshiba ebbe la sua prima occasione di "risveglio spirituale" quando invitato a fornire una dimostrazione delle sue reali capacità, dopo aver avuto pieno successo nel disarmare a mani nude l'ufficiale armato dibokken vanificando il suo attacco al primo colpo, provò un improvviso mutamento interiore che lo rese capace di interpretare in una luce nuova il suo rapporto non solo con il Budō ma anche nei confronti di ogni aspetto della realtà esteriore. Il fondatore ebbe anche altre occasioni di esperienze similari che, unitamente all'idea religiosa trasmessagli da Deguchi che sosteneva che l'Arte è la madre della religione e l'Arte permette la nascita della religione, lo spinsero ad un collegamento sempre più stretto fra "Arte" e "religiosità" favorendo in lui il raggiungimento di una visione religiosa delle Arti marziali e del Budō. Questa sua peculiare ispirazione nel campo delle Arti marziali, fece maturare in Ueshiba il convincimento che, a partire dall'Arte e dalla sua capacità di elevare la spiritualità dell'Uomo, si possa arrivare a risolvere il problema esistenziale e religioso dell'Uomo stesso e quindi che ciò era possibile di riflesso anche in relazione alle "Arti" militari. Questo convincimento condusse Ueshiba sempre più ad interiorizzare la propria pratica delle Arti marziali e, passando attraverso diverse crisi mistiche, alla fine concepì la visione del Budō come armonizzazione del Sé individuale con il Sé dell'Universo e da questa concezione la sua pratica delle Arti marziali si modificò fino ad assumere quei connotati di forme che il fondatore definì "Ai-Ki-Do.
Nel 1925 Ueshiba ebbe la sua prima occasione di "risveglio spirituale" quando invitato a fornire una dimostrazione delle sue reali capacità, dopo aver avuto pieno successo nel disarmare a mani nude l'ufficiale armato dibokken vanificando il suo attacco al primo colpo, provò un improvviso mutamento interiore che lo rese capace di interpretare in una luce nuova il suo rapporto non solo con il Budō ma anche nei confronti di ogni aspetto della realtà esteriore. Il fondatore ebbe anche altre occasioni di esperienze similari che, unitamente all'idea religiosa trasmessagli da Deguchi che sosteneva che l'Arte è la madre della religione e l'Arte permette la nascita della religione, lo spinsero ad un collegamento sempre più stretto fra "Arte" e "religiosità" favorendo in lui il raggiungimento di una visione religiosa delle Arti marziali e del Budō. Questa sua peculiare ispirazione nel campo delle Arti marziali, fece maturare in Ueshiba il convincimento che, a partire dall'Arte e dalla sua capacità di elevare la spiritualità dell'Uomo, si possa arrivare a risolvere il problema esistenziale e religioso dell'Uomo stesso e quindi che ciò era possibile di riflesso anche in relazione alle "Arti" militari. Questo convincimento condusse Ueshiba sempre più ad interiorizzare la propria pratica delle Arti marziali e, passando attraverso diverse crisi mistiche, alla fine concepì la visione del Budō come armonizzazione del Sé individuale con il Sé dell'Universo e da questa concezione la sua pratica delle Arti marziali si modificò fino ad assumere quei connotati di forme che il fondatore definì "Ai-Ki-Do.
Dal primo
al sesto anno dell'epoca Shôwa
In questi anni il fondatore si
allontanò dalla religione per dedicarsi completamente al Budō fino
a diventare uno specialista nei principali stili di arti marziali giapponesi. Il
fondatore aggiunse al Daitōryu le sue conoscenze specifiche relative alle
tecniche di lancia e di spada, di cui era un rinomato esperto, creando così il
metodo uchikomi, una sorta di
"kata che vive", che viene considerato tipico dell'aikidô. Nel 1927
il fondatore si trasferisce con la famiglia a Tokyo, nel distretto di Shiba
Shirogane, ed in una sala provvisoriamente concessagli dal principe Shimazu inizia l'insegnamento della "Via
dell'Aiki" che in quegli
anni denominò: Aiki-Budō. Nell'ottobre 1930 Ueshiba Morihei aveva
temporaneamente spostato il suo Dojo nella località di Mejirodai e qui andò a fargli visita Jigorō Kanō, il fondatore del Judo, il quale
vedendo Ueshiba praticare il suo Aiki-Budō esclamò: "...ecco il mio Budo
ideale..." ed immediatamente
inviò due dei suoi migliori allievi, Jiro
Takeda e Minoru Mochizuki, a studiare presso
Ueshiba. Nel 1931, dopo essere passato attraverso alcune altre sistemazioni di
fortuna, inizia l'attività del Dojo Kobukan a Wakamatsu-cho, Shinjuku, Tokyo, che
diventerà poi il centro mondiale dell'aikido.
Sviluppo e diffusione in Giappone e nel mondo
L'aikido
si diffonde in Giappone
Nel 1940 la Fondazione Kobukai
viene ufficialmente riconosciuta dal governo giapponese: inizia ad Iwama-Machi,
nella prefettura di Ibaraki, l'allestimento di un luogo all'aperto per la
pratica.
Nel 1942 viene ufficialmente adottato il nome "aikido".
Nello stesso anno il figlio Kisshomaru Ueshiba diviene presidente della Fondazione Kobukai. Nella
primavera del 1943 il fondatore decise di abbandonare tutti gli impegni fino ad
allora presi nei confronti dell'esercito, della marina e del mondo delle arti
marziali per rifugiarsi nella cittadina di Iwama, Prefettura di Ibaragi, dove
si dedicò all'agricoltura, coniugando la sua passione per le arti marziali
all'amore per la natura.
È in questa fase che si venne a
creare:
"L'aikidô in quanto
Via di tutti coloro che coltivano il grande amore per il cielo e la terra".
È questa l'epoca, dal dopoguerra
in poi, in cui l'aikidô fu presentato al pubblico e si venne a diffondere in
tutto il mondo.
L'aikido
si espande nel mondo
Nel 1947-1948 avvenne la
riorganizzazione del Kobukai che diventa "Fondazione Aikikai"
e Kisshomaru Ueshiba diventa Direttore Generale della Fondazione Hombu Dojo. In
questi anni emerge la figura di Koichi
Tohei che ricevette l'incarico di rappresentarlo quando eccellenti
praticanti di altre arti marziali provenienti dall'intero territorio del
Giappone ed anche dall'estero,
increduli sull'efficacia delle armoniose
e non violente tecniche
d'aikido, si recavano personalmente all'Hombu Dojo Aikikai di Tokyo per sfidare
la fama d'invincibilità che l'aikido si stava procurando in Giappone e che man
mano iniziava a diffondersi anche all'estero: nessuno di questi sfidanti fu mai
in grado di superare il primo incontro con il valentissimo Tohei, per cui il fondatore non
ebbe mai più bisogno di rispondere personalmente ad alcuna delle sfide che in
quegli anni ancora si usava portare ai capiscuola dei vari stili delle arti
marziali. L'indiscussa superiorità e qualità tecnica dell'aikido praticato da Tohei, fece sì che nel maggio
del 1956 il fondatore stesso gli conferisse l'incarico di "Capo del
corpo insegnanti" dell'Hombu Dojo Aikikai e lo designasse quale
inviato ufficiale e proprio rappresentante nelle prime occasioni di
presentazione dell'aikido all'estero. Nel 1953 Tohei si reca per la prima volta
in occidente, alle isole Hawai,
dove presenta l'aikido passando anche qui attraverso numerose sfide da parte
degli increduli praticanti americani di svariate arti marziali, inclusi
rappresentanti di vari corpi armati militari americani particolarmente
addestrati nei tradizionali sistemi occidentali di lotta e di combattimento corpo a corpo. Tohei sbigottì
talmente i suoi sfidanti americani, che la rivoluzionaria tecnica dolce ed armoniosa dell'aikido divenne immediatamente
fortemente ambita in ogni parte degli U.S.A. e quindi fra gli anni 1953~1963
Tohei fu di fatto completamente assorbito nel compito di divulgazione
dell'aikido attraverso oltre 21 stati degli U.S.A. L'opera di divulgazione
dell'aikido negli U.S.A. culminò nel marzo del 1961, quando Ueshiba Morihei fu
accompagnato da Tohei in un viaggio alle Hawai e successivamente Tohei espanse
la sua opera di diffusione nei diversi continenti del mondo. Ben presto sulla
scia del successo riportato da Tohei, altri allievi diretti del fondatore
iniziarono a viaggiare per il mondo per far conoscere questa nuova disciplina
giapponese e rendere partecipe il mondo intero del messaggio etico e spirituale
in esso contenuto. Nel 1967 viene inaugurato il nuovo Hombu Dojo; in occasione
dell'inaugurazione il fondatore tiene la
sua ultima dimostrazione in pubblico. La città di Tokyo riconosce
ufficialmente l'insegnamento dell'aikido. Il
26 aprile 1969 il fondatore muore, all'età di 86 anni. Gli viene conferita
l'onorificenza postuma dello Zuihosho.
Il figlio Kisshomaru Ueshiba
diviene il secondo
Doshu dell'Hombu Dojo
Aikikai, all'età di 48 anni. Nel 1974 vengono gettate le basi per la I.A.F., di cui il Doshu
Kisshomaru Ueshiba viene nominato presidente a vita e nel 1976 si tiene a Tokyo
il primo congresso della I.A.F. con
la partecipazione di oltre 400 delegati da 29 nazioni. Il 4 gennaio 1999
muore Kisshomaru Ueshiba, dopo 30 anni alla guida dell'Aikikai. Il figlio Moriteru Ueshiba diviene il terzo Doshu dell'Hombu Dojo Aikikai, all'età di
48 anni, dopo 24 anni dalla sua prima apparizione in pubblico.
Origini
ed evoluzione dell'aikido in Europa
Nel processo di diffusione
dell'aikido in Europa possiamo riconoscere lo stesso fenomeno di osmosi
verificatosi in altre parti del mondo fra i pionieri occidentali dell'aikido da
un lato e gli istruttori giapponesi dall'altro: i primi, dopo aver appreso i
fondamenti dell'Arte all'Hombu Dojo Aikikai in Giappone, ritornano in patria
propagandando con ardore il messaggio ricevuto ed i secondi, in risposta alle
sollecitazioni ricevute dalla presenza dei pionieri occidentali, accettano di
essere inviati dall' Aikikai Foundation in
occidente con la missione di sostenere l'opera di insegnamento profusa da
questi primi pionieri occidentali dell' aikido.
La finalità dell’ aikido
La finalità dell'aikido non è
rivolta al combattimento né alla difesa personale, pur utilizzando per la sua pratica
uno strumento tecnico che deriva dal Budo,
l'arte militare dei samurai giapponesi; l'aikido mira infatti alla "corretta
vittoria" che consiste nella conquista della "padronanza di se
stessi". Con questo, il fondatore dell'aikido voleva affermare che per
cambiare il mondo occorre prima cambiare se stessi e ciò significa che se si
vuole veramente acquisire quella capacità che il fondatore dell'aikido definiva katsuhayabi, cioè di
padroneggiare l'attacco proveniente da un potenziale avversario esattamente
nell'istante e nella circostanza della sua insorgenza, occorre aver
preventivamente acquisito la capacità di padroneggiare pienamente se stessi. L'aikido,
pur discendendo quindi direttamente dal Budo giapponese e pur conservando e
utilizzando nella sua pratica tutto il bagaglio tecnico di un'arte marziale,
non è tuttavia finalizzato al combattimento e quindi a un risultato di tipo
militare o di difesa personale, come potrebbe apparentemente sembrare
osservando la sua pratica dall'esterno sul piano tecnico, ma è finalizzato al
risultato della scoperta e dello studio delle leggi di natura che regolano le
dinamiche e le relazioni che entrano in gioco nel rapporto fra gli individui nell'occasione
dell'instaurarsi di un conflitto e/o un combattimento fra di loro; a tal fine,
pur utilizzando il patrimonio tecnico appartenuto alle arti marziali
giapponesi, in particolare al daitoryu-jujutsu, e pur simulando circostanze di
conflitto e di combattimento, l'aikido non condivide la finalità dell'uccisione
dell'avversario e neppure dell'offesa dell'avversario allo scopo di realizzare
una difesa personale. L'aspetto dell'arte marziale e/o della difesa personale
si riconducono all'aikido solamente in modo indiretto, quale elemento
secondario della pratica, non quello principale.
Armi
Le armi utilizzate in aikido tradizionalmente
includono: jō, bokken ,
e tantō. Oggi alcune scuole includono tecniche di disarmo. Viene insegnato,
talvolta, a trattenere armi, intregrando gli aspetti armati con quelli
disarmati. Altri, come lo stile Iwama di Morihiro Saito, solitamente trascorrono molto tempo
con bokken e jō,
praticato rispettivamente sotto il nome di aiki-ken, e aiki-jō. Il fondatore ha sviluppato gran
parte dell'aikido a mano nuda dai tradizionali movimenti di spada e di lancia,
ma la pratica di questi movimenti non è solo finalizzata a favorire la maggiore
comprensione sull'origine delle tecniche e dei movimenti, ma serve principalmente
a rafforzare i concetti di distanza, movimenti dei piedi, presenza connessione
con i propri compagni di allenamento.
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