L'alpinismo è una disciplina sportiva che si basa
sul superamento delle difficoltà incontrate durante la scalata di una montagna. L'ascesa alpinistica può avvenire su roccia, neve, ghiaccio o percorsi misti, utilizzando tecniche proprie
dell'arrampicata su roccia e
dell'arrampicata su ghiaccio. L'etimologia della parola rimanda alle Alpi e a primi tentativi di scalata delle sue maggiori vette.
La storia
La preistoria
L'ambiente alpino è stato popolato fin
dalla preistoria e la presenza umana a quote ben superiori al fondovalle è
testimoniata da ritrovamenti archeologici. La motivazione che spinse i primi
abitanti delle Alpi a salire oltre i boschi
ed i pascoli era molto probabilmente legata alla caccia o a riti religiosi. Si
hanno notizie di alcune salite già nel XIV secolo; il 26 aprile 1336 giorno del salita del Mont Ventoux da parte diFrancesco Petrarca e del fratello Gherardo. Pochi anni dopo, il 1º settembre 1358, Bonifacio Rotario d'Asti raggiungeva la sommità
del Rocciamelone montagna alta
ben 3538 m. Tra le imprese della “preistoria
apinistica” va ricordata l'ascensione del Mont Aiguille nella regione francese del Vercors. Essa fu
effettuata il26 giugno 1492, su ordine di Carlo VIII, da Antoine de Ville con una squadra di esperti costruttori di chiese. All'ascensione,
capitanata da un esperto militare, parteciparono anche religiosi e maestranze
locali che eressero in cima tre croci e una piccola cappella votiva. Al di là di questi episodi sporadici fino
alla fine del settecento le alte montagne alpine continuarono a
rappresentare un territorio privo di risorse di interesse, pericoloso e frequentato
solo dai cacciatori e dai viaggiatori. Un ambiente in gran parte ignoto e per
questo ritenuto popolato da creature malvagie e sovrannaturali.
La salita delle principali vette delle
Alpi
Tradizionalmente la nascita dell'alpinismo viene posta l'8 agosto 1786, giorno della prima ascensione del Monte Bianco. La spinta ad effettuare la salita venne da Horace-Bénédict de
Saussure ma essa venne realizzata da un medico, Michel Gabriel Paccard,
e da un cacciatore e cercatore di cristalli. In questa prima fase l'azione è
promossa da appartenenti alle classi agiate non residenti in montagna ma è
realizzata anche grazie alla partecipazione di abitanti del luogo, conoscitori
dell'ambiente montano. Inizialmente la motivazione a raggiungere la sommità
delle principali vette era di poter effettuare misurazioni di pressione e temperatura oltre che di esplorare l'ambiente glaciale
ancora sconosciuto. Per esempio prima della salita al Monte Bianco si pensava
che una sola notte trascorsa su un ghiacciaio ad alta quota potesse essere fatale.
L'ascensione sulle vette alpine venne ben presto affiancata dal gusto della
scoperta come estensione del turismo alpino praticato in particolare da inglesi
e tedeschi. Nella prima metà dell'ottocento vengono salite per la prima volta tutte le
cime principali della Alpi tra cui:
·
Großglockner – 1800
·
Monte Rosa – 1801
·
Ortles – 1804
·
Jungfrau – 1811
·
Bernina – 1829
·
Pelmo – 1857
·
Monviso – 1861
·
Grandes Jorasses – 1863
·
Marmolada – 1864
·
Cervino – 1865
Questo periodo si conclude idealmente il 14 luglio 1865 con la prima scalata del
Cervino. Se la salita del Monte Bianco era stata in qualche misura suscitata da
un interesse scientifico e di scoperta, l'impresa dell'inglese Edward Whymper contiene gli ingredienti che
caratterizzeranno l'alpinismo in futuro: la sfida fine a sé stessa con una
montagna di grande attrazione estetica, la competizione tra diverse cordate e
nazionalità, la tragedia di un incidente mortale (durante la discesa persero la
vita quattro dei sette componenti della cordata) e le successive polemiche.
Il
secondo dopoguerra
Dopo i tragici anni della seconda guerra mondiale l'attività alpinistica risentì delle
gravi difficoltà economiche e sociali del momento. Molti dei protagonisti delle
imprese degli anni precedenti al conflitto o erano deceduti o, non più
giovanissimi, avevano abbandonato l’ attività. Bisognava quindi riannodare i
fili con il passato e gli alpinisti francesi furono i primi a ripercorrere gli
itinerari più difficili aperti negli anni trenta e quaranta nelle Alpi
Occidentali. Fino alla metà degli anni sessanta l'alpinismo fu ancora
caratterizzato dalla progressione del grado di difficoltà, soprattutto in
termini ambientali piuttosto che di pura difficoltà di arrampicata. Ma
soprattutto emergono tre aspetti: le salite invernali, le solitarie e la
conquista degli ottomila. Tra gli alpinisti italiani emerge la figura di Walter Bonatti che sarà un punto di riferimento per
l'alpinismo internazionale fino a circa il 1965. Bonatti, pur essendo un alpinista
completo, espresse il proprio talento soprattutto nell Alpi Occidentali. Egli
anticipò alcune tendenze che emergeranno negli anni settanta e ottanta come il
"clean climbing". Bonatti fu tra i primi alpinisti professionisti che portarono le
proprie imprese al grande pubblico attraverso le riviste e i giornali.
Gli anni novanta
Sono da ricordare le grandi discese dalle
pareti nord del Monte Bianco, da parte del grande snowboarder francese Marco Siffredi, che calcando le orme di Jean-Marc Boivin è stato il primo snowboarder a scendere in solitaria la parete Nant Blanc
(oltre 50º) di pendenza.
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