domenica 11 marzo 2012

Sci alpino


Lo sci alpino è uno sport invernale che consiste nello scendere a valle lungo un pendio montano scivolando sulla neve grazie a un paio di sci. Generalmente viene effettuato su pendii appositamente attrezzati con impianti di risalita e trattamento del manto nevoso; la variante "fuoripista" viene al contrario praticata su terreni innevati non battuti e spesso si associa alla pratica di una disciplina affine ma distinta dallo sci alpino: lo sci alpinismo. A differenza dello sci nordico, inoltre, nello sci alpino l'intero scarpone da sci è fissato allo sci stesso e non ha quindi il tallone libero. Dal punto di vista agonistico, le gare di sci alpino consistono nel percorrere nel più breve tempo possibile un tratto di pista concordato e variamente delimitato; possono disputarsi su una o due manche, a seconda della specialità, e generalmente si svolgono attraverso la discesa cronometrata dei vari concorrenti in successione. Il cronometraggio della prova ha inizio al cosiddetto "cancelletto di partenza" e termina col superamento della linea del traguardo. È entrato a far parte del programma dei Giochi olimpici invernali per la prima volta in occasione dei IV Giochi olimpici invernali di Garmisch-Partenkirchen 1936, che assegnarono solo due medaglie nella combinata; ai XXI Giochi olimpici invernali di Vancouver 2010 le medaglie assegnate sono state invece dieci, cinque maschili e cinque femminili. L'attività agonistica internazionale dello sci alpino è regolata dalla Federazione Internazionale Sci; lo sci acrobatico e il chilometro lanciato, pur condividendo con quello alpino la caratteristica distintiva del "tallone bloccato", sono considerati sport a sé.
Storia
Sebbene la storia dello sci sia plurimillenari, lo sci alpino in senso moderno iniziò a svilupparsi soltanto a partire da metà del XIX secolo, quando furono introdotti attrezzi in grado di facilitare l'esecuzione delle curve in discesa. Nel 1840, a Schreiberhau, è attestato l'uso di sci fatti esclusivamente per la discesa; nel 1850 il norvegese Sondre Norheim elaborò la tecnica del telemark, presentata ufficialmente a Oslo nel 1866, e nel 1870 elaborò i primi sci configurati in senso moderno, anche se si trattava ancora di sci nordici e non da sci alpino in senso stretto. Già nel 1861, tuttavia, sono attestate competizioni di sci alpino, a La Porte negli Stati Uniti, anche femminili. Sulle Alpi, l'esordio dello sci come attività sportiva viene fatto risalire al 1864, quando l'albergatore di Sankt Moritz Johannes Badrutt aprì la sua struttura ricettiva anche in inverno e vi invitò i suoi abituali clienti inglesi, fino ad allora solo villeggianti estivi, scommettendo che avrebbero trovato le attrattive invernali della località divertenti quanto quelle estive. All'anno successivo risale il primo incidente sciistico ricordato, una gamba rotta in Norvegia, mentre è del 1866 l'introduzione dei due bastoncini in gara. Negli anni settanta, ottanta e novanta del XIX secolo si diffusero la prime fabbriche di sci e i primi sci club in Europa, Nordamerica e Oceania. Iniziavano intanto a prendere forma quelle che sarebbero divenute le "classiche" dello sci alpino. Nel 1896 l'austriaco Mathias Zdarsky scrisse Alpine Lilienfelder Ski-lauf Technik, il primo manuale di sci alpino, mentre nel 1910 il suo connazionale Hannes Schneider elaborò un nuovo movimento per curvare, che si staccava nettamente dalla tradizione del telemark e si avvicinava recisamente a quella dello sci alpino moderno. Intorno agli anni venti del XX secolo la fase pionieristica dello sci alpino iniziò a sedimentare le sperimentazioni dei decenni precedenti e a codificare stabilmente la disciplina; nel 1924 venne fondata la FIS. Il nuovo sport tuttavia non fu presente alla prime tre edizioni dei Giochi olimpici invernali e fece il suo debutto soltanto a Garmisch-Partenkirchen 1936, con la sola specialità della combinata. I primi Campionati mondiali di sci alpino furono invece disputati a Mürren, in Svizzera, nel 1931, dove dieci anni prima si era disputato il primo slalom speciale. Con il secondo dopoguerra lo sci alpino uscì definitivamente dalla sua fase pioneristica ed entrò in quella moderna; non più passatempo per genti di montagna o per ricchi turisti, divenne sport, se non di massa, almeno diffuso in sempre più ampi strati di popolazione nei Paesi toccati da montagne adatte. A contribuire a tale successo furono il diffondersi, in Europa e Nordamerica, di stazioni sciistiche attrezzate, soprattutto con impianti di risalita, e di collegamenti ferroviari e stradali che consentivano di raggiungerle in tempi brevi anche partendo dalle città di pianura. Un contributo decisivo venne anche dall'evoluzione tecnica dell'equipaggiamento: sia dell'abbigliamento, che divenne impermeabile e a miglior tenuta contro il freddo, sia degli stessi sci, che dal tradizionale legno massiccio passarono a essere costruiti con nuovi materiali in grado di renderli più facili da maneggiare e più economici all'acquisto. A decretare il successo di pubblico dello sci alpino come disciplina agonistica fu, in modo determinante, la televisione: i VII Giochi olimpici invernali di Cortina d'Ampezzo 1956 furono i primi a essere interamente trasmessi sul piccolo schermo. Dieci anni dopo la FIS organizzò la prima Coppa del Mondo di sci alpino, circuito internazionale che ogni anno, durante l'intera stagione invernale, vede i migliori sciatori alpini confrontarsi in una serie di gare disputate nelle principali stazioni sciistiche europeee, nordamericane e asiatiche; ai piazzamenti ottenuti in gara viene attribuito un punteggio, attraverso il quale si determinano i vincitori delle due Coppe del Mondo generali e delle varie Coppe del Mondo di specialità.

Nessun commento:

Posta un commento